Lo stile attraverso la storia: una cronologia della moda

Yves Saint Laurent 1966 rtw 4 copia

Prima della parola moda

Pri­ma che esi­stes­se la paro­la moda, i vesti­ti era­no giu­sti uti­le, era­no solo un mez­zo per fare qual­co­sa. Dove­va­no dura­re, dove­va­no esse­re in gra­do di svol­ge­re per­fet­ta­men­te quel­la fun­zio­ne. Que­sta era la cosa più impor­tan­te.

Ma allo stes­so tem­po, fin dal­l’i­ni­zio dei seco­li, gli indu­men­ti era­no un pez­zo sim­bo­li­co del­la vita di qual­cu­no. Soprat­tut­to dal Medioe­vo, le per­so­ne al pote­re han­no sem­pre usa­to i vesti­ti come a sim­bo­lo del pote­re, come rifles­so di chi sono, di ciò che rap­pre­sen­ta­no. Que­sta nozio­ne sim­bo­li­ca ini­zia ad avvi­ci­nar­si a ciò che oggi chia­mia­mo moda.

Pezzi d’arte fatti a mano

Que­gli abi­ti spe­cia­li sono sta­ti costrui­ti come un’o­pe­ra d’ar­te, come un edi­fi­cio, come un per­ma­nen­te scul­tu­ra. E mol­ti di loro han­no supe­ra­to la pro­va del tem­po e sono oggi espo­sti in mol­ti musei di tut­to il mon­do.

Quei pez­zi sto­ri­ci cor­ri­spon­de­reb­be­ro all’e­qui­va­len­te odier­no di Hau­te Cou­tu­re. Pez­zi arti­gia­na­li rea­liz­za­ti a mano, su richie­sta e adat­ta­ti esat­ta­men­te alle misu­re e ai desi­de­ri del clien­te.

La moda è nata

Lo stan­dard di oggi è sta­to ese­gui­to per­fet­ta­men­te da Char­les Worth nel XIX seco­lo, che è con­si­de­ra­to il pri­mo cou­tu­rier. Ha rice­vu­to clien­ti da tut­ta Euro­pa ed è sta­to il pri­mo a mostra­re le sue crea­zio­ni su model­li rea­li inve­ce che su bam­bo­le.

Tut­ta­via, l’in­du­stria ha pre­so una nuo­va dire­zio­ne all’i­ni­zio del XX seco­lo con l’in­tro­du­zio­ne di Prêt-a-por­ter o Rea­dy-to-wear. Yves Saint Lau­rent ha ini­zia­to a pro­dur­re capi in taglie stan­dard a par­ti­re dal 1966, ren­den­do l’al­ta moda pos­si­bi­le a un pub­bli­co più ampio.

L’industria di oggi

Oggi l’in­du­stria del prêt-à-por­ter si è ampia­men­te diver­si­fi­ca­ta e offre una gam­ma di opzio­ni di qua­li­tà, da lus­so di pro­get­ti­sta Mar­che. Tut­ta­via, la soste­ni­bi­li­tà del prêt-a-por­ter non è pri­va di sfi­de. Il pri­ma­rio mate­ria­li, IL sostan­ze chi­mi­che usa­to, e lavo­ro tut­te le con­di­zio­ni gio­ca­no un ruo­lo nel deter­mi­na­re la soste­ni­bi­li­tà com­ples­si­va di que­sti indu­men­ti. Tut­ti i brand di cui par­lia­mo in Para­dig­me Mode sono prêt-a-por­ter, ma non tut­to il prêt-a-por­ter è soste­ni­bi­le.

Per deter­mi­nar­lo, è impor­tan­te esa­mi­na­re i mate­ria­li, i meto­di di fab­bri­ca­zio­ne e i pae­si del pro­dot­to. Pre­sto ti dare­mo altri sug­ge­ri­men­ti a riguar­do.

E per fini­re, è il momen­to di dare uno sguar­do alla for­ma di moda più recen­te ma anche meno soste­ni­bi­le: moda velo­ce. Con il suo gran­de suc­ces­so negli anni ’90 con l’a­sce­sa di Zara, il suo pro­ces­so di pro­du­zio­ne fre­ne­ti­co, che pri­vi­le­gia la velo­ci­tà e il pro­fit­to su tut­to il resto, ha avu­to un impat­to signi­fi­ca­ti­vo sul­l’am­bien­te e sui dirit­ti uma­ni. È riu­sci­to in soli 25 anni a met­te­re l’in­du­stria del­la moda al secon­do posto più inqui­nan­te al mon­do e ha gene­ra­to milio­ni di disu­gua­glian­ze e spre­chi, tra pro­ble­mi di dipen­den­za nei suoi con­su­ma­to­ri.

Risorse dettagliate

Scrit­to da David Fer­re­ro
Feb­bra­io 24, 2023

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