La fotografia di moda prima della seconda guerra mondiale: la storia di una forma d’arte

Paradigme Mode

La foto­gra­fia di moda è uno stru­men­to impor­tan­te per i mar­chi di moda, ma è anche una for­ma d’ar­te a sé stan­te. Esplo­ria­mo assie­me la sto­ria e l’e­vo­lu­zio­ne del­la foto­gra­fia fashion del­la pri­ma metà del nove­cen­to, fino alla secon­da guer­ra mon­dia­le, coi più impor­tan­ti arti­sti del­l’e­po­ca.
Nel set­to­re del­la moda, le imma­gi­ni scel­te han­no una gran­de impor­tan­za nel­l’in­te­ro uni­ver­so del mar­chio. Por­ta­no nel­la mag­gior par­te dei casi la pri­ma impres­sio­ne che abbia­mo di un pro­dot­to, di un’at­mo­sfe­ra, di una col­le­zio­ne o del­la sta­gio­ne…
La foto­gra­fia di moda esi­ste da qua­si quan­to la foto­gra­fia stes­sa. Una del­le pri­me foto­gra­fie di moda fu scat­ta­ta nel 1856 da Adolf Braun, che foto­gra­fa l’im­pe­ra­tri­ce Euge­nia di Fran­cia nel suo abi­to di cor­te. Ciò sup­po­ne­va sol­tan­to il debut­to di que­sta for­ma d’ar­te, e pochi anni dopo, all’i­ni­zio del XX seco­lo, diven­ta un gene­re in sé.

Quel­lo era il momen­to in cui i foto­gra­fi ini­zia­ro­no a spe­ri­men­ta­re nuo­vi modi di cat­tu­ra­re imma­gi­ni di moda. Uno degli inno­va­to­ri più impor­tan­ti è sta­to Edoar­do Stei­chen. È il pri­mo foto­gra­fo a uti­liz­za­re l’il­lu­mi­na­zio­ne arti­fi­cia­le, crean­do ritrat­ti dram­ma­ti­ci di abi­ti cou­tu­re del desi­gner Paul Poi­ret.

Stu­dio di moda con Marion More­hou­se e una don­na non iden­ti­fi­ca­ta. Edoar­do Stei­chen

Negli anni che seguo­no, Man Ray si distin­gue come il nome più impor­tan­te degli anni ven­ti. Que­sti anni “rug­gen­ti” furo­no una rivo­lu­zio­ne in tut­ti i sen­si. Dopo i trau­mi cau­sa­ti dal­la pri­ma guer­ra mon­dia­le, il mon­do si è capo­vol­to in inten­se pri­va­zio­ni, ecces­si e mor­ti. C’e­ra un spe­ri­men­ta­zio­ne inten­sa in tut­ti i tipi di arte.
É un con­te­sto che ali­men­ta l’in­te­ra avan­guar­dia arti­sti­ca, da cui dadai­sti e i sur­rea­li­sti era­no i più affa­ma­ti. Man Ray nasce il 27 ago­sto 1890 in Fila­del­fia, in una fami­glia di arti­gia­ni tes­si­li. Il suo vero nome era Emma­nuel Rad­ni­tsky e diven­ne un pila­stro del­l’ar­te del ven­te­si­mo seco­lo. La sua pit­tu­ra impron­ta­ta di Dada non incon­tra gran­de suc­ces­so a New York, ma piut­to­sto a Pari­gi dove l’ar­ti­sta si tra­sfe­ri­sce e posa le vali­gie. Lì, si ispi­ra dal Dada di Duchamp, Dali, Elouard… Il grup­po di arti­sti stes­so che ave­va crea­to il sur­rea­li­smo, mol­to più accet­ta­to in Euro­pa che nel­la sua Ame­ri­ca nata­le.
Man Ray espo­ne­va allo­ra la sen­sua­li­tà e l’e­spres­sio­ne del desi­de­rio uma­no come mai fat­to pri­ma. Il cor­po fem­mi­ni­le ven­ne rein­ven­ta­to, espo­sto oltre il modo clas­si­co, evi­den­zian­do la sen­sua­li­tà nel­lo sguar­do, nei gesti oppu­re in pic­co­li det­ta­gli crea­to­ri di lega­mi.

Storia della fotografia di moda
Man Ray, Les Lar­mes, 1932, Man Ray

Gior­gio How­nin­gen-Hue­ne andò a Pari­gi negli anni ven­ti pure, dove cono­sce Man Ray e tut­ti gli altri arti­sti del movi­men­to sur­rea­li­sta.
Negli anni qua­ran­ta, esso lavo­ra a Hol­ly­wood e i suoi ritrat­ti del­le star del cine­ma di quel­l’e­po­ca come Ingrid Berg­man, Char­lie Cha­plin, Gre­ta Gar­bo, Ava Gard­ner e Katha­ri­ne Hep­burn, sono alcu­ne del­le imma­gi­ni più per­si­sten­ti del­l’e­tà d’o­ro di Hol­ly­wood.

Storia della fotografia di moda
Coco Cha­nel , 1939. Geor­ge Hoy­nin­gen-Hue­ne

Cecil Bea­ton ini­zia la sua car­rie­ra nel 1926 con una mostra per­so­na­le a Lon­dra. Que­sta gli fa otte­ne­re un con­trat­to imme­dia­to con Vogue, dove lavo­ra duran­te i tren­t’an­ni suc­ces­si­vi.
Rea­liz­za anche sce­no­gra­fie e costu­mi di suc­ces­so per pro­du­zio­ni tea­tra­li e cine­ma­to­gra­fi­che, come My Fair Lady (1956). Il film gli è val­so tre Oscar per costu­mi e dire­zio­ne arti­sti­ca.
“Sii auda­ce, sii diver­so, sii poco pra­ti­co, sii qual­sia­si cosa che affer­mi l’in­te­gri­tà del­lo sco­po e del­la visio­ne imma­gi­na­ti­va con­tro i “play-it-safer”, crea­tu­re del luo­go comu­ne, schia­vi del­l’or­di­na­rio” dichia­ra Cecil Bea­ton in Arti Tea­tra­li, nel mag­gio 1957.

Storia della fotografia di moda
Sir Cecil Bea­ton, 1967. Roger Bamber/Alamy

Hor­st P. Hor­st inve­ce era un mae­stro del­la luce e del­la com­po­si­zio­ne. Le sue spe­ri­men­ta­zio­ni, come le dop­pie espo­si­zio­ni, han­no pro­dot­to alcu­ne del­le imma­gi­ni di moda più ico­ni­che del seco­lo.
Duran­te la sua car­rie­ra, Hor­st è sta­to pre­sen­ta­to a mol­ti arti­sti, inclu­si altri foto­gra­fi come Cecil Bea­ton e Hoy­nin­gen-Hue­ne. Ver­so la metà degli anni tren­ta, Hor­st ave­va già supe­ra­to il suo men­to­re Hoy­nin­gen-Hue­ne in quan­to foto­gra­fo prin­ci­pa­le di Vogue Fran­cia. Le sue imma­gi­ni sono appar­se fre­quen­te­men­te nel­le edi­zio­ni ame­ri­ca­ne, bri­tan­ni­che e altre anco­ra del­la famo­sa rivi­sta.
Nel­lo stes­so decen­nio, Hor­st spe­ri­men­ta col sur­rea­li­smo, foto­gra­fan­do i model­li di abi­ti del­la sua ami­ca Elsa Schia­pa­rel­li e ini­zia il suo rap­por­to di col­la­bo­ra­zio­ne con Sal­va­dor Dalí.
La foto­gra­fia più nota di Hor­st è “Main­bo­cher Cor­set”, scat­ta­ta nel 1939 negli stu­di di Vogue a Pari­gi, alla vigi­lia del­la secon­da guer­ra mon­dia­le. Hor­st lasciò la Fran­cia la mat­ti­na dopo per sfug­gi­re al con­flit­to immi­nen­te ed emi­grò negli Sta­ti Uni­ti. Lì ini­zia a lavo­ra­re per Vogue Ame­ri­ca, dove si man­tie­ne per il resto del­la sua vita.

Storia della fotografia di moda
Hor­st P. Hor­st, Cor­set­to Main­bo­cher , model­la­ta da Mada­me Ber­non, foto­gra­fa­ta il 15 ago­sto 1939, stam­pa alla gela­ti­na d’ar­gen­to, pub­bli­ca­ta in Ame­ri­can Vogue (15 set­tem­bre 1939), pag.19; pub­bli­ca­to in fran­ce­se Vogue Dicem­bre 1939. Museo Vit­to­ria e Alber­to

Lee Mil­ler è sta­ta la pri­ma a fare la foto­gra­fa e la model­la allo stes­so tem­po, posan­do per auto­ri­trat­ti che han­no fat­to la sto­ria.
Diven­ne una cele­bre sur­rea­li­sta sot­to la tute­la del suo aman­te, Man Ray, e poi si unì allo sfor­zo bel­li­co duran­te la secon­da guer­ra mon­dia­le, docu­men­tan­do tut­to per Vogue.
Il mon­do del­la moda era la spi­na dor­sa­le del­lo svi­lup­po crea­ti­vo di Mil­ler, così come gli effet­ti del­la guer­ra sul­la vita del­le don­ne negli anni qua­ran­ta e cin­quan­ta. La sua docu­men­ta­zio­ne foto­gra­fi­ca sul­lo spi­ri­to indo­ma­bi­le del­le don­ne rima­ne una risor­sa ine­sti­ma­bi­le nel­la sto­ria del­la moda.

Storia della fotografia di moda
Lee Mil­ler (ame­ri­ca­no, 1907–1977) L’ul­ti­mo model­lo di cap­pel­lo, Vogue Stu­dios, Lon­dra, apri­le 1942

Ci augu­ria­mo che que­sto viag­gio nel­la sto­ria del­la foto­gra­fia di moda vi sia pia­ciu­to con noi. Resta sin­to­niz­za­to per la pros­si­ma par­te in Para­dig­me Mode.

Scrit­to da David Fer­re­ro
23 novem­bre 2022

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